Beretta
Tom
“Tom, così lo chiamavano tutti, un compagno, un lavoratore della Philips Radio di Monza, un uomo coraggioso. Non esitò quando si trattò di combattere. Tom costituì nella sua fabbrica la prima cellula comunista; gli furono vicini altri compagni. Ogni lotta vide Tom al suo posto. Guidò gli scioperi, portò armi ai Garibaldini in montagna finché anche lui, denunciato da una spia, ricercato, fu costretto ad abbandonare la città. Anche lui fu garibaldino in montagna. Nel giugno del ’44, dopo duri scontri, 43 patrioti furono circondati e catturati in Val Cannobina. I “43” di Fondo Toce. Era con loro Antonio Beretta. Li fecero camminare per le vie di Fondo Toce e degli altri paesi del lago portando un cartello che li qualificava “banditi”. Poi, tre alla volta, dopo averli spogliati e privati dei documenti, perché le salme non fossero riconoscibili, selvaggiamente li trucidarono. E alla fossa che raccoglieva i loro corpi montarono la guardia militi fascisti perché nessuno si avvicinasse a dare l’ultimo saluto. Così morì Antonio Beretta, “Tom”, come lo chiamavano i compagni”. Dopo l’esumazione, Tom fu riconosciuto dai parenti per un anello di metallo di nessun valore che portava al dito. E' sepolto nel cimitero di Monza.
[Dall'articolo “Compagni, essi sono con noi” apparso sulla Cronaca di Milano de L’Unità il 20 gennaio 1946, tratto da "Vite partigiane : diari e testimonianze della Resistenza nel Verbano Cusio Ossola", a cura di Paolo De Toni, Arialdo Catenazzi e Ersilia Monti, ANPI, Sezione Provinciale Verbano Cusio Ossola, 2013]