Eberhard
Allora Sergente maggiore, 5a Compagnia, 2°Battaglione del 1° Reggimento Panzer-Grenadier Division Waffen-SS "Leibstandarte Adolf Hitler", di stanza a Baveno.
Testimone al processo di Osnabrück, udienza del 23 gennaio 1968. Il primo testimone ad accusare l’allora capitano Karl Schnelle.
Eberhard, non direttamente coinvolto nei fatti, racconta che «per più notti di seguito, nel settembre 1943, alcuni Rollkommandos [squadre d’azione] della mia compagnia uscirono per un’operazione misteriosa. Le squadre erano formate da volontari e quelli che rimanevano al distaccamento non sapevano che cosa i camerati andavano a fare. Certamente l’ordine venne dall’alto, probabilmente dal comando di battaglione, altrimenti gli uomini non si sarebbero mossi. Ma non doveva venire da molto in alto, altrimenti non ci sarebbe stata tutta quella segretezza tra di noi».
Nei giorni dell’eccidio Eberhard raccolse la confidenza di Theodor Müller, che assistette all’uccisione dei bambini senza tuttavia prenderne parte.
Secondo la testimonianza di Eberhard le salme degli ebrei uccisi dalle SS a Baveno furono chiuse in sacchi postali appesantiti con pietre e gettati nel Lago Maggiore. L’eccidio venne addirittura festeggiato durante una “serata di camerati” della 5a compagnia organizzata in una villa appartenuta a una coppia di ebrei che «era stata liquidata».