
Fabbri
Jak
Nato e residente a Villadossola (NO).
E' in ospedale a Domodossola quando avvengono i fatti di Villadossola e vede che il padre (Redimisto Fabbri, fucilato a Pallanzeno l'11 novembre 1943), ricoverato per una ferita, viene prelevato dai tedeschi. La sera stessa è fatto fuggire dal prof. Tibaldi e da don Cabalà temendo per l'incolumità sua e della famiglia. Viene portato a Milano per qualche giorno e poi a Dalmine da una nonna fino all'aprile del 1944.
Entra poi nei gruppi partigiani garibaldini nel settembre 1944. Partigiano combattente con il nome di battaglia "Jak" nell'83^ Brg. Comoli (2^ Divisione Redi), è presente nella battaglia di Gravellona Toce (13.9.44). Successivamente vive l'esperienza ossolana e il 16 ottobre a Tappia, vicino a Villadossola, ferito in uno scontro viene catturato da un gruppo di fascisti.
Prelevato dai tedeschi dopo la cattura, è trasferito a Villadossola e poi al comando tedesco di Piedimulera. Infine viene trasferito a Novara e il 28 ottobre a S. Vittore.
Deportato in Germania il 16.11.1944. In base alla sua testimonianza sarebbe stato mandato nei campi di Hannover; Berlino; Alta Slesia; Russia; Lipsia; Dachau; Mauthausen, ma i ricordi sono vaghi e imprecisi.
Viene liberato dai russi il 7 maggio 1945 in un campo ai confini tra Polonia e Russia. Dopo la liberazione è lasciato libero e con altri si inoltra nella Germania dove viene nuovamente catturato e messo in un altro campo, ma per pochi giorni. Liberato nuovamemte, questa volta dagli statunitensi, vaga ancora per la Germania fino a quando, rintracciato dalla Croce Rossa, viene rimpatriato.
Rientra in Italia nel febbraio 1946.
P. Bologna, Il prezzo di una capra marcia, Ed. Libreria Giovannazzi, 1969; CD "Partigianato" (dati tratti dai fogli riconoscimento commissione lombarda qualifiche partigiane - ISRN).