Villadossola è teatro del primo episodio insurrezionale di tutta la resistenza italiana contro l’occupante tedesco e la neocostituita Repubblica Sociale Italiana.
L'azione viene organizzata dal gruppo di partigiani - attestati all’alpeggio di Pianasca, in valle Antrona - guidati dall'operaio della Sisma Redimisto Fabbri, con Dante Zaretti, Mario Benini, i fratelli Scrittori, Giovanni Zaretti; a questi si era unito, la sera del 3 novembre, un gruppo di partigiani provenienti dai GAP milanesi, guidati da Cucchi e Ornaghi: arrivati in Ossola alla fine di settembre, si erano uniti prima ai partigiani di Muneghina, poi al gruppo di Superti.
Il piano, condiviso con gli altri gruppi operanti nella zona, prevede l’occupazione militare della città e la contemporanea insurrezione operaia nelle fabbriche.
L’operazione prende avvio la mattina dell’8 novembre, con l'occupazione da parte degli insorti dei punti strategici della città (le caserme della Guardia di Finanza e dei Carabinieri, le Poste, la stazione e gli stabilimenti industriali), mentre le fabbriche sono in rivolta. La popolazione locale si unisce agli insorti e insieme riescono a respingere i ripetuti tentativi di contrattacco nemico.
Sotto la guida di Benini un gruppo di partigiani si porta a Trontano per attaccare il comando tedesco di Masera.
Intanto proseguono gli scontri a fuoco, durante i quali lo stesso Fabbri viene ferito e trasportato all’ospedale di Domodossola.
Nel frattempo un gruppo di patrioti alla guida di Ferracini attacca in mattinata il presidio nazista di Antronapiana: durante l’operazione, perfettamente riuscita, muoiono due giovanissimi patrioti, il diciassettenne Silvio Baccaglio e l’operaio milanese Semirari Dante.
Dopo reiterati tentativi da parte dei reparti nazi-fascisti di penetrare a Villadossola, la prima giornata di lotta si chiude con la fuga dei nemici inseguiti dagli insorti fino alle porte di Pallanzeno.
Il giorno successivo le forze nazi-fasciste sferrano il contrattacco con un massiccio intervento di mezzi e uomini, richiamati da tutti i presidi dell’Ossola, e il bombardamento aereo dell'abitato, durante il quale muoiono quattro civili: Mario Bosio, Annibale Dell'Orto, Ines e Olga Zanotti.
Impossibile per i partigiani sostenere la difesa: sono costretti a riparare in montagna. Il 9 novembre l'intera zona è nuovamente sotto il controllo tedesco.