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Olindo
Cardani



Nome
Olindo
Cognome
Cardani
Sesso
M
Luogo di nascita
Laveno (VA)
Data nascita
4 giugno 1926
Padre
Cardani Angelo
Madre
Martinoli Maria
professione
meccanico
Attività partigiana
Matricola
Ruolo
Note
Note biografiche

Nasce nel 1926 a Laveno, allora provincia di Como, ora Laveno-Mombello, provincia di Varese. Dopo la scuola elementare frequenta una scuola per disegnatore tecnico, ma inizia subito a lavorare in un'utensileria, poi come meccanico in un cartiera e infine nel 1943 viene assunto alla Ceramica Lago (Società ceramica italiana) a Laveno.

Arresto-detenzione

Per sfuggire alla chiamata di leva dell'aprile '44 (che coinvolgeva anche i ragazzi nati nel primo semestre del 1926) si rifugia con altri tre amici a Ungiasca, frazione di Cossogno (VB), luogo di origine della nonna materna e dove abitavano alcuni zii e cugini. L'obiettivo di raggiungere i partigiani in Valgrande non riesce perché, a causa della delazione di un anziano del posto, viene arrestato il giorno dopo, il 5 giugno, quando è ancora a Ungiasca, da italiani e tedeschi che stanno rastrellando anche altri giovani in zona, tra cui due cugini di Olindo. Il 6 giugno vengono tutti  portati alle scuole elementri femminili di Intra, dove poi saranno rinchiusi anche i fucilati di Fondotoce. Nei giorni del rastrellamento in Valgrande con altri ragazzi viene utilizzato per trasportare le vettovaglie ai militi nazifascisti: al mattino sono portati da Intra a Cicogna per poi rientrare a Intra la sera.

Deportazione

In data non precisata è caricato con altri ragazzi sui camion e portato da Intra a Torino, alle Casermette San Paolo dove resta qualche giorno prima di essere trasportato in treno verso la Germania. Il 29 giugno 1944 è al Brennero e da lì arriva a Chemnitz (Sassonia), prima di essere trasferito definitivamente a Zwickau, nel lager per lavoratori coatti utilizzati dall'Auto Union per la produzione di camion militari. A metà gennaio 1945 viene trasferito, con un centinaio di italiani tra cui un suo cugino, a Dresda. Alloggiano in un capanone con pochissima sorveglianza e fanno lavori di sterro. Assistono ai bombardamenti di febbraio sulla città, ma loro si trovano in un paese poco a nord e non vengono colpiti.

Nel lager di Zwickau, con il suo amico Danilo viene mandato a fare il meccanico, Olindo è nel reparto affilatura utensili. Lavorano con turni di 12 ore e mangiano una volta al giorno. Godono di una certa libertà: non sono accompagnati nel tragitto dalle baracche alla fabbrica. Le fughe sono severamente punite, ma non ne tenta perché non avrebbe saputo dove andare in piena Germania durante la guerra.

Oltre ai suoi due cugini di Ungiasca (uno di nome Giuseppe che resta a Zwickau quando lui è trasferito a Dresda) cita anche Renzo Bacchetta di Varese, poi sposato e residente a Trobaso (frazione di Verbania) che è rimasto sempre con lui durante tutta la prigionia.

Liberazione

L'8 maggio 1945 arrivano a Dresda i russi, dopo che i tedeschi se ne sono già andati. Dopo qualche giorno decide, con gli altri italiani (sono circa un centinaio) di incamminarsi verso sud arrivando nella zona controllata dagli Usa che però non li possono rimpatriare non avendoli liberati loro. Ritornano quindi nella zona russa dove vengono alloggiati nelle case lasciate libere dai tedeschi in fuga. Restano sotto il controllo russo per mesi in attesa della tradotta per l'Italia, che raggiungono solo (probabilmente) a novembre, dopo un viaggio in treno fin nei pressi di Verona, da dove poi vengon trasportati dagli statunitensi su camion militari fino a Milano. Da lì di nuovo in treno Olindo raggiunge Laveno.

Dopoguerra

Nel dopoguerra viene di nuovo riassunto alla Ceramica Lago di Baveno dove svolge anche servizio come vigile del fuoco e resta fino al pensionamento nel 1981. Nel 1955 si sposa con Marinella Dati con cui ha avuto un figlio, Roberto. E' anche diventato un valente musicista e maestro di fisarmonica, passione coltivata fin dalla giovinezza.

Riferimenti bibliografici

Olindo Cardani (a cura di Giuliano Tosi e Greta Bienati), "Praticamente una vita, Da Laveno (1926) a Dresda (1944) e ritorno", ed. Macchione, 1922; www.mentaerosmarino.it, "Olindo Cardani" (22 settembre 2021).