Eccidio di Finero
23 giugno 1944
Il 23 giugno 1944, dietro il muro del cimitero di Finero, vengono fucilati gli ultimi quindici partigiani catturati in Val Vigezzo e in Valle Cannobina durante il rastrellamento di giugno operato dai nazifascisti. I “ribelli” vengono prelevati dall’asilo del vicino paese di Malesco, dove erano stati rinchiusi e torturati nei giorni precedenti. Muoiono Luciano Barbaini, Giuseppe Barlassina, Mario Crescini Aloisi, Sebastiano Lanteri, Mario Martinelli, Olindo Pasetti, Serafino Paternoster, Pietro Pezzotti, Gaetano Ricci, Pasquale Roveda, Luciano Turati, Giuseppe Zigliani e altri tre rimasti ignoti. Giuseppe Zappa, diciassettenne partigiano della formazione “Valdossola”, riesce fortunosamente a salvarsi: prelevato anch’egli dall’asilo di Malesco, dove aveva subito torture atroci (gli erano state strappate le unghie delle mani e dei piedi), al cimitero di Finero viene ferito da tre colpi alla spalla. Cade svenuto sotto i corpi dei compagni: quando i fascisti si allontanano, un prete e una donna si accorgono che il giovane è ancora in vita e lo nascondono in una baita dove viene assistito. Catturato nuovamente dai nazisti, verrà rinchiuso alle “Nuove” di Torino e poi mandato in Germania. Ad Innsbruck riuscirà però a fuggire e rientrare in Italia per raggiungere i compagni del “Valdossola”. In ricordo dell’eccidio è stato sistemato all’ingresso del paese il “Monumento al Partigiano”.

Il 23 giugno 1944, dietro il muro del cimitero di Finero, vengono fucilati gli ultimi quindici partigiani catturati in Val Vigezzo e in Valle Cannobina durante il rastrellamento di giugno operato dai nazifascisti. I “ribelli” vengono prelevati dall’asilo del vicino paese di Malesco, dove erano stati rinchiusi e torturati nei giorni precedenti. Muoiono Luciano Barbaini, Giuseppe Barlassina, Mario Crescini Aloisi, Sebastiano Lanteri, Mario Martinelli, Olindo Pasetti, Serafino Paternoster, Pietro Pezzotti, Gaetano Ricci, Pasquale Roveda, Luciano Turati, Giuseppe Zigliani e altri tre rimasti ignoti. Giuseppe Zappa, diciassettenne partigiano della formazione “Valdossola”, riesce fortunosamente a salvarsi: prelevato anch’egli dall’asilo di Malesco, dove aveva subito torture atroci (gli erano state strappate le unghie delle mani e dei piedi), al cimitero di Finero viene ferito da tre colpi alla spalla. Cade svenuto sotto i corpi dei compagni: quando i fascisti si allontanano, un prete e una donna si accorgono che il giovane è ancora in vita e lo nascondono in una baita dove viene assistito. Catturato nuovamente dai nazisti, verrà rinchiuso alle “Nuove” di Torino e poi mandato in Germania. Ad Innsbruck riuscirà però a fuggire e rientrare in Italia per raggiungere i compagni del “Valdossola”. In ricordo dell’eccidio è stato sistemato all’ingresso del paese il “Monumento al Partigiano”.