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I tedeschi occupano il novarese

12 settembre 1943

Il 12 settembre 1943 inizia l’occupazione tedesca della (allora) provincia di Novara: in mattinata truppe della Werhmacht e reparti delle SS appartenenti al 1° battaglione del 2° Reggimento della divisione corazzata Liebstandarte ”Adolf Hitler” (una delle più importanti unità d’élite delle Waffen SS) giungono nel capoluogo, dove si installa la 19a Pionierkompanie al comando di Rudolf Schlott; la sera dello stesso giorno raggiungono i comuni sulla sponda occidentale del Lago Maggiore (5 compagnie SS si insediano a Pallanza, Intra, Stresa e Baveno) e Domodossola.

L’operazione viene portata a compimento in pochi giorni, favorita dal grave disorientamento dei comandi e dei soldati italiani. Viene stabilito il controllo su tutti i punti nevralgici: linee di comunicazione (ferroviarie, con l'importante via del Sempione, stradali e lacustri), caserme ed edifici pubblici, impianti industriali (fabbriche chimiche, tessili, metalmeccaniche, siderurgiche), cave e miniere e centrali idroelettriche.

Oltre alla funzione generale di creare le condizioni favorevoli alla ricostruzione di un’amministrazione fascista asservita, terrorizzando la popolazione e soffocando qualsiasi forma di opposizione e resistenza, i reparti tedeschi si insediano ufficialmente con incarichi soprattutto militari: 

  • assicurarsi il controllo di un territorio di confine – quello compreso tra Novara e l’Ossola di grande importanza strategica;
  • deportare in campi di prigionia i soldati italiani catturati;
  • sequestrare il materiale bellico utile a scopi militari.