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Eccidio di Trarego

25 febbraio 1945

Informati della presenza degli uomini della Volante “Cucciolo” nella zona di Trarego, i comandi delle milizie di Cannobio (Capitano Mario Nisi) e della Val Vigezzo (Maggiore Angelo Martinez) ordinano un massiccio rastrellamento per la mattina del 25 febbraio. A fronte della netta disparità numerica, i partigiani scendono a valle, verso le baite di Promé, per tentare la risalita del Morissolo e rimangono nascosti in una conca sino al pomeriggio. L’arrivo in zona di due giovani civili attira l’attenzione delle milizie e costringe la Volante ad uscire allo scoperto: i partigiani, circondati dai fascisti, vengono massacrati e i loro corpi seviziati e sfigurati. Muoiono Ivo Borella “Villa”, Luigi Velati “Gigetto”, Gastone Lubatti “Cesco”, Corrado Ferrari “Jubal”, Ermanno Giardini, Luigi Leschiera “Gino” e Pierino Agrati “Vola”. Soltanto in due, Nino Chiovini "Peppo" e Carlo Castiglioni “Carluccio”, seppur feriti, riescono miracolosamente a fuggire e salvarsi. Oltre ai sette partigiani della Volante vengono trucidati anche due civili, Aldo Brusa e Primo Carmine, ed un partigiano di 55 anni della Brigata “General Perotti”, Giuseppe Gagliani “Clair”, catturato e ucciso pochi giorni dopo dalla milizia.

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