Bonaventura
Ferrazzutto
Ventura
Ferrazzutto
Ventura
Nome
Bonaventura
Cognome
Ferrazzutto
Soprannome
Ventura
Nomi di battaglia
Ventura
Sesso
M
Luogo di nascita
Venezia
Data nascita
5 marzo 1887
Padre
Ferrazzutto Antonio
Luogo di morte
Hartheim (Austria)
Data della morte
4 ottobre 1944
1
Dopo l’8 settembre aderì al movimento partigiano milanese. Sfruttando il suo ruolo nella Rizzoli, avviò con il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) un’attività editoriale clandestina per la stampa di documenti falsi per l’espatrio di perseguitati, ebrei ed esponenti della Resistenza. Nello stesso tempo la sua casa di Cannero, sul Lago Maggiore, divenne rifugio, lungo la via verso la Svizzera, di molti ebrei, resistenti e perseguitati, mentre quella milanese divenne un centro di cospirazione. Lì si incontravano i dirigenti del MUP (movimento di unità proletaria) Lelio Basso, Cesare Musatti, Antonio Greppi, Domenico Viotto, Veratti e altri resistenti . Ferrazzutto fu pure uno dei fondatori del Centro Clandestino Raccolta Notizie creato a Milano dai redattori dell’Avanti! che sarà importante per l’azione del CLNAI.
Attività partigiana
Dopo l’8 settembre aderì al movimento partigiano milanese. Sfruttando il suo ruolo nella Rizzoli, avviò con il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) un’attività editoriale clandestina per la stampa di documenti falsi per l’espatrio di perseguitati, ebrei ed esponenti della Resistenza. Nello stesso tempo la sua casa di Cannero, sul Lago Maggiore, divenne rifugio, lungo la via verso la Svizzera, di molti ebrei, resistenti e perseguitati, mentre quella milanese divenne un centro di cospirazione. Lì si incontravano i dirigenti del MUP (movimento di unità proletaria) Lelio Basso, Cesare Musatti, Antonio Greppi, Domenico Viotto, Veratti e altri resistenti . Ferrazzutto fu pure uno dei fondatori del Centro Clandestino Raccolta Notizie creato a Milano dai redattori dell’Avanti! che sarà importante per l’azione del CLNAI.
Matricola
Ruolo
Note
Bonaventura Ferrazzutto detto Ventura (Venezia, 5 marzo 1887 – Hartheim, 4 ottobre 1944) è stato un politico, partigiano veneziano. La sua famiglia era di origine friulana, di Cisterna di Coseano (Ud).
Il padre Antonio gestiva una trattoria in Calle dei Fabbri, a Venezia, nei pressi di Campo S. Luca. Quinto di sette fratelli, dopo le scuole elementari frequenta le secondarie tecniche, com’erano chiamate allora le scuole professionali commerciali. Nel 1904 entra come contabile nel Pastificio Achille Antonelli di Venezia ove rimane sino al 1915. Giovanissimo entra nel movimento socialista veneziano. In questi anni è pure attivo anche nel movimento cooperativo veneziano come consulente amministrativo della Cooperativa Pesatori della città , una società che gestiva le pese pubbliche a Venezia.
Nel 1912, a venticinque anni conosce Giacinto Menotti Serrati, esponente di spicco dell’ala massimalista del PSI, direttore del settimanale veneziano “Il Secolo Nuovo” ed anche segretario della Camera del Lavoro della città. L’amicizia con Serrati lo condurrà a divenire poi il suo più stretto collaboratore e segretario. E’ interessante citare il giudizio di Antonio Gramsci su Serrati: “È certo che Serrati fu allora amato come mai nessun capo di partito è stato amato nel nostro paese”. Nel 1914 Serrati è nominato direttore dell’Avanti!, il quotidiano dello PSI e Bonaventura Ferrazzutto lo segue un anno dopo a Milano, nel 1915. In quell’anno egli è infatti oggetto di un provvedimento di allontanamento dalla sua città perché neutralista, pacifista e antimilitarista. Pochi anni dopo sposa Elvira Pillon, pure lei veneziana, che già nel 1911 era collaboratrice del settimanale, “Su compagne!”, fondato a Lugano nel 1904 da Angelica Balabanof e poi stampato a Venezia. Il settimanale era nato per far avanzare l’emancipazione del mondo femminile più povero . Elvira Pillon diventerà poi dirigente nazionale del movimento delle donne socialiste.
Ventura Ferrazzutto entra facilmente negli ambienti della sinistra milanese costruendo rapporti di amicizia con Angelica Balabanoff, Claudio Treves e molti altri. A Milano Ventura Ferrazzutto affermerà sempre le sue origini veneziane iscrivendosi all’associazione “Famegia Veneziana” che raccoglieva i veneti in terra lombarda. Nel 1917 è anche attivo nel Soccorso Rosso, organizzazione il cui fine era aiutare i compagni arrestati o in difficoltà. Dopo un breve periodo di attività presso la Camera del Lavoro di Milano, ove si occupa della stipula dei primi contratti nazionali di lavoro, nel 1917 passa all’amministrazione dell’Avanti!. Quando Giacinto Menotti Serrati fonda il PC d’Italia ed esce dal partito, egli rimane nello PSI con i riformisti. Pietro Nenni assume allora la direzione del giornale e Ventura Ferrazzutto ne diviene l’amministratore. L’amicizia con Nenni diviene molto stretta. Lavora all’Avanti! sino al 1926, quando il giornale cessa le pubblicazioni per decreto del Governo Fascista.
Dal 1926 al 1928 è dirigente amministrativo alla SAF – Servizi Accessori Ferroviari, una società che gestiva le edicole nelle grandi stazioni ferroviarie del Regno d’Italia. Il 1° Maggio del 1928 accetta la proposta di Angelo Rizzoli di passare alle sue dipendenze. Infatti l’amministrazione del quotidiano socialista affidava lavori di stampa allo stabilimento tipografico Rizzoli che disponeva di macchine più versatili tecnologicamente. Si era così stabilito un rapporto di cordialità e reciproca stima con il “Cummenda”. Ferrazzutto collabora con l’editore milanese che voleva sviluppare e incrementare la propria attività editoriale nel settore periodici. Lavora gomito a gomito con l’intelligente imprenditore milanese e ne ottiene stima e fiducia tanto che egli lo nomina procuratore generale della Angelo Rizzoli Editore e poco dopo direttore amministrativo.
Nel 1932 Ferrazzutto con Domenico Viotto fonda a Milano la Chimico-Galvanica, una società per la commercializzazione dei prodotti chimici con sede in viale Bligny 4. La società fu un centro importante della lotta antifascista milanese, centro di cospirazione e di unione delle forze che si opponevano al regime e importante fonte di finanziamento del Partito Socialista Lelio Basso , allora in difficoltà economiche fu assunto come consulente per la gestione del personale .Nel 1943 la Chimico Galvanica verserà 500.000 lire nelle casse del partito socialista . Durante tutto il ventennio Ventura Ferrazzutto si recherà più volte a Parigi per portare risorse finanziarie ai compagni del Comitato di Unità Antifascista che là operavano non senza poche difficoltà . Accanto all’impegno politico Ferrazzutto non venne mai meno a quello umanitario . Socio e sostenitore dell’ Opera Pia Pane Quotidiano – Fondazione Arrigo Valentini , darà sostanziosi contributi per l’alimentazione di poveri ed indigenti . Questi sono anche gli anni dell’avvio dell’industria cinematografica italiana e Ferrazzutto s’impegna nella costruzione della casa cinematografica dell’editore milanese. Giunge così alla realizzazione nel 1934 a uno dei primi film parlati in lingua italiana . “ La signora di tutti “.
In questi anni è anche protagonista dello sviluppo di quel rapporto di amicizia che legherà Angelo Rizzoli a Pietro Nenni e al Partito Socialista Italiano.
Bonaventura Ferrazzutto con il crollo del fascismo entra nel lotta partigiana milanese. Approfitta del suo ruolo nella Rizzoli e avvia con il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) un’attività editoriale clandestina per la stampa di documenti falsi per l’espatrio di perseguitati, ebrei ed esponenti della Resistenza . Nello stesso tempo la sua casa di Cannero, sul Lago Maggiore, diviene rifugio , sulla via dell’espatrio verso la Svizzera , di molti ebrei, resistenti e perseguitati, mentre quella milanese diviene un centro di cospirazione. Li si incontrano i dirigenti del MUP (movimento di unità proletaria) Lelio Basso, Cesare Musatti, Antonio Greppi, Domenico Viotto, Veratti e altri resistenti . Ferrazzutto fu pure uno dei fondatori del Centro Clandestino Raccolta Notizie creato a Milano dai redattori dell’Avanti ! che sarà importante per l’azione del CLNAI. Vale la pena qui ricordare che sono ben trentaquattro i giornalisti della testata delle redazioni di Roma e Milano caduti nella lotta di liberazione nazionale.
Per una delazione Ventura Ferrazzutto il 26 novembre del 1943 è arrestato a Milano dalla Gestapo nella sua casa in via Locatelli 5, di buonora, alle 5 del mattino. E’ trasferito a S. Vittore e poi trasferito nel campo di sterminio di Mauthausen. Infatti, Elda Colombini separata dal marito, lavorava dal 1941 come addetta alle vendite nella Società Anonima Chimico-galvanica, l’azienda milanese diretta da Domenico Viotto, che occupava diversi antifascisti e finanziava il Partito socialista. Viotto tentò ripetutamente d’interrompere una relazione inconciliabile con le esigenze di segretezza imposte dalla clandestinità. Il 9 novembre 1943, dopo una telefonata che lo informava del controllo stabilito dalla Polizia sulla sua casa, Viotto si rese irreperibile per l’amante. Questa nei giorni seguenti si recò più volte negli uffici della Chimico-galvanica a chiedere informazioni, di fronte alle risposte brusche o evasive che le furono date, diede in escandescenze, manifestando oscuri propositi di vendetta. Venerdì 12 novembre la Gestapo irruppe nello studio milanese dell’avvocato Beltramini, in via Andreani, che fungeva da deposito del giornale “Avanti!”, catturando diversi elementi del direttivo regionale socialista, convenuti per una riunione. Alla retata seguirono arresti alla spicciolata di persone delle quali i tedeschi conoscevano i recapiti clandestini. L’operazione, costata la libertà a una quarantina di antifascisti, fu secondo alcuni il risultato dell’inosservanza delle norme sulla clandestinità; altri la riferirono piuttosto alla soffiata della Colombini. Infatti, all’indomani della retata in via Andreani, Viotto fece avere alla donna una lettera nella quale spiegava le ragioni per cui una vita in comune non era più possibile e prometteva, comunque, di aiutarla materialmente. Invece di sortire l’effetto sperato questa comunicazione fece precipitare gli eventi. Esasperata per l’abbandono, la Colombini prese contatto con la Polizia di sicurezza germanica e segnalò la Chimico-galvanica come base sovversiva, facendo i nomi delle persone cui imputava le proprie disavventure sentimentali. Ventura Ferrazzutto doveva essere liberato, ma un secondino in cambio di 25.000 lire fa uscire un altro carcerato così dopo 99 giorni di detenzione a S. Vittore è inviato a Mauthausen con un convoglio (Trasporto 33) partito dal binario 21 il giorno 4 marzo del 1944 e lì vi giunge il 13 marzo. Gli è attribuito il n. 57579 di matricola . Nella tragedia della prigionia non viene meno il suo impegno antifascista ed entra a far parte del Comitato di Liberazione Internazionale del lagher con alcuni altri italiani come evidenzia il Pappalettera nel suo “Tu passerai per il camino“. Il comitato organizza una rivolta, poi detta rivolta dei Russi, che consente la fuga di molti prigionieri poi in parte ricatturati. Bonaventura Ferrazzutto è poi trasferito nel Castello di Hartheim, lagher nel quale i prigionieri erano oggetto di brutali esperimenti scientifici. Qui muore il 4 ottobre 1944 all’età di cinquantasette anni. Di lui non si avranno più notizie, sarà uno dei molti usciti per il camino. La notizia della morte di Ferrazzutto giunta a Milano suscitò una grande eco nel popolo socialista come testimonia una lettera di Lelio Basso a Pietro Nenni del 10 marzo del 1945 . Il 1º maggio 1945 il quotidiano socialista Avanti! esce con la foto di Ferrazzutto in prima pagina a ricordo di una vita interamente spesa per il mondo del lavoro, la libertà e il movimento socialista. Pietro Nenni , nella prima visita a Venezia per la campagna elettorale ha voluto recarsi da fratello Cesare Ferrazzutto per fare le condoglianze del partito socialista e sue personali . La Federazione veneziana del PSI intitolerà la sezione di Marghera alla sua memoria ed anche una la federazione milanese a Milano . Angelo Rizzoli, in ricordo di questo suo stretto collaboratore, nel nuovo stabilimento di via Civitavecchia a Milano, ora via Angelo Rizzoli , vorrà un’ iscrizione marmorea affinché il suo contributo allo sviluppo dell’impresa editoriale non sia mai dimenticato . Il Consiglio Comunale di Venezia a voti unanimi con la deliberazione n.101 del 24/3/2011 ha deciso di intitolare un sito in città al suo nome a perenne memoria di una vita spesa per la lotta per la libertà .
[Biografia a cura di Fabrizio Ferrari, nipote di Ferrazzutto]
Salvataggio
In collaborazione con il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia) favorì la fuga clandestina di ebrei - oltre che di partigiani e perseguitati politici - procurando loro documenti falsi, stampati sfruttando il suo ruolo all'interno della casa editrice Rizzoli, e mettendo a disposizione la sua casa di Cannero, sul Lago Maggiore, che divenne tappa e rifugio per molti ebrei in fuga verso la Svizzera.
Arresto-detenzione
Alle 5 del mattino del 26 novembre 1943, per una delazione, venne arrestato a Milano dalla Gestapo nella sua casa in via Locatelli 5 e trasferito al carcere di S. Vittore, dove rimase per 99 giorni, prima della deportazione a Mauthausen.
Deportazione
Dal carcere di S. Vittore venne deportato a Mauthausen con un convoglio (Trasporto 33) partito dal binario 21 il giorno 4 marzo 1944, giungendo a destinazione il 13 marzo. N. di matricola: 57579.
Durante la prigionia non venne meno il suo impegno antifascista: entrò a far parte, con altri italiani, del Comitato di Liberazione Internazionale del lagher, che organizzò una rivolta, nota in seguito come rivolta dei Russi, che consentì la fuga di molti prigionieri, in parte ricatturati.
Bonaventura Ferrazzutto venne poi trasferito nel Castello di Hartheim, lagher nel quale i prigionieri erano oggetto di brutali esperimenti scientifici.
Durante la prigionia non venne meno il suo impegno antifascista: entrò a far parte, con altri italiani, del Comitato di Liberazione Internazionale del lagher, che organizzò una rivolta, nota in seguito come rivolta dei Russi, che consentì la fuga di molti prigionieri, in parte ricatturati.
Bonaventura Ferrazzutto venne poi trasferito nel Castello di Hartheim, lagher nel quale i prigionieri erano oggetto di brutali esperimenti scientifici.
Morte
Morì nel lagher di Hartheim il 4 ottobre 1944, all’età di cinquantasette anni.