 
        
            Maria
Pagani
            
             
            
        
    Pagani
Nome
                Maria
            	Cognome
                Pagani 
            	Sesso
                F
            	professione
                Proprietaria dell'albergo Eden di Baveno
            	Attività partigiana
                
            	Matricola
                
            	Ruolo
                
            	Note
                
            	Testimonianza
Testimonianza rilasciata il 26 febbraio 1966 relativa all'arresto di Fanny Jette Engel, tratta dai verbali della Commissione, presieduta dal sindaco di Baveno, costituita nel 1966 su istanza del Tribunale di Osnabrück allo scopo di raccogliere testimonianze sull'eccidio di ebrei a Baveno (in Archivio storico del Comune di Baveno, b. 881).
«Ricordo che alle 22,30 [...] si presentarono alla porta dell'Albergo Eden, di cui ero e sono proprietaria, due militari delle SS germaniche, piuttosto giovani, uno dei quali alto e snello, che si fecero aprire e mi chiesero il "registro dei forestieri", da cui naturalmente risultava che tra i nostri ospiti vi era la signora Fanny ved. Berger e me ne richiesero il numenro della camera; i militari salirono alla camera n. 5 occupata dalla signora Berger, bussarono e parlarono in tedesco chiedendole di aprire. La invitarono a vestirsi e a seguirli. La signora Berger non fece più ritorno al nostro albergo né io la vidi più dopo di allora. [...] Gli effetti personali della signora Berger rimasero nella camera ed io invitai una guardia municipale a compilare l'inventario. Dopo la liberazione si presentò il figlio della signora e ritirò tali effetti».
 «Ricordo che alle 22,30 [...] si presentarono alla porta dell'Albergo Eden, di cui ero e sono proprietaria, due militari delle SS germaniche, piuttosto giovani, uno dei quali alto e snello, che si fecero aprire e mi chiesero il "registro dei forestieri", da cui naturalmente risultava che tra i nostri ospiti vi era la signora Fanny ved. Berger e me ne richiesero il numenro della camera; i militari salirono alla camera n. 5 occupata dalla signora Berger, bussarono e parlarono in tedesco chiedendole di aprire. La invitarono a vestirsi e a seguirli. La signora Berger non fece più ritorno al nostro albergo né io la vidi più dopo di allora. [...] Gli effetti personali della signora Berger rimasero nella camera ed io invitai una guardia municipale a compilare l'inventario. Dopo la liberazione si presentò il figlio della signora e ritirò tali effetti».
