Pietro
Aceti
Aceti
Nome
Pietro
Cognome
Aceti
Sesso
M
Luogo di nascita
Invorio (NO)
Data nascita
27 ottobre 1875
professione
macellaio
Attività partigiana
Matricola
Ruolo
Note
Salvataggio
A Gignese erano sfollati da Milano gli ebrei Guido Pacifico Manasse con la moglie Alberta Senigaglia e la figlia Wanda. Alloggiavano in una casa a La Parusciola, tra Vezzo e Gignese.
A fine ottobre 1943, Pietro Aceti, macellaio di Gignese (NO), vide la famiglia Manasse nella piazza antistante il suo negozio: apparivano spaventati. Pietro, che li conosceva seppur da poco in quanto suoi clienti, chiese loro se poteva essere d’aiuto. Guido Pacifico Manasse gli confidò di essere ebreo. Consapevole del pericolo che correvano lui e la sua famiglia, alla luce dei recenti rastrellamenti e uccisioni di ebrei avvenuti tra settembre e ottobre nella zona del Lago Maggiore, Pietro Aceti con l'aiuto dei figli Mario e Giuseppina nascose la famiglia Manasse sopra il loro appartamento, provvedendo alle loro necessità.
Un giorno si presentarono i tedeschi per perquisire casa Aceti. Giuseppina offrì loro cibo e abbondante vino. Semi ubriachi i tedeschi, accompagnati da Giuseppina, si limitarono a perquisire il primo piano; i signori Aceti li informarono che i Manasse avevano soggiornato tempo prima a Gignese, per poi tornare a Milano, dove avevano un negozio di tessuti.
Dopo quell'episodio Pietro Aceti trovò per i Manasse un nuovo nascondiglio a Forno, piccolo paese di montagna sul lago d’Orta, dove vennero accompagnati dal figlio di Pietro, Mario, con il camioncino del padre. Da Forno i Menasse riuscirono ad espatriare clandestinamente in Svizzera.
Il 18 agosto 2003 lo Yad Vashem ha riconosciuto Pietro, Mario e Giuseppina Aceti "Giusti tra le nazioni".
A fine ottobre 1943, Pietro Aceti, macellaio di Gignese (NO), vide la famiglia Manasse nella piazza antistante il suo negozio: apparivano spaventati. Pietro, che li conosceva seppur da poco in quanto suoi clienti, chiese loro se poteva essere d’aiuto. Guido Pacifico Manasse gli confidò di essere ebreo. Consapevole del pericolo che correvano lui e la sua famiglia, alla luce dei recenti rastrellamenti e uccisioni di ebrei avvenuti tra settembre e ottobre nella zona del Lago Maggiore, Pietro Aceti con l'aiuto dei figli Mario e Giuseppina nascose la famiglia Manasse sopra il loro appartamento, provvedendo alle loro necessità.
Un giorno si presentarono i tedeschi per perquisire casa Aceti. Giuseppina offrì loro cibo e abbondante vino. Semi ubriachi i tedeschi, accompagnati da Giuseppina, si limitarono a perquisire il primo piano; i signori Aceti li informarono che i Manasse avevano soggiornato tempo prima a Gignese, per poi tornare a Milano, dove avevano un negozio di tessuti.
Dopo quell'episodio Pietro Aceti trovò per i Manasse un nuovo nascondiglio a Forno, piccolo paese di montagna sul lago d’Orta, dove vennero accompagnati dal figlio di Pietro, Mario, con il camioncino del padre. Da Forno i Menasse riuscirono ad espatriare clandestinamente in Svizzera.
Il 18 agosto 2003 lo Yad Vashem ha riconosciuto Pietro, Mario e Giuseppina Aceti "Giusti tra le nazioni".