SCHEDA 1
Comando Unico Zona Ossola
C.U.Z.O.

Il C.U.Z.O. (Comando Unico Zona Ossola) fu costituito l'8 novembre 1944 per iniziaitva del Comando Generale del CVL (Corpo Volontari della Libertà), che aveva disposto la creazione della Zona Militare Ossola, comprendente le tre regioni del Cusio, Verbano e Ossola, con un unico comando militare. Nel gennaio del 1945 si riorganizzò su basi più solide al comando del Colonnello Delle Torri, con Paolo Scarpone “Livio” come Commissario di guer­ra.
 
Responsabile Comando Unificato: Giovanbattista Stucchi (Marco Federici)
Capo di Stato Maggiore del Comando Militare nell’Ossola (poi Comandante Unico di Zona): Giuseppe Curreno di Santa Maddalena (Colonnello Delle Torri)
Commissario Politico Comando Unificato (e CUZO): Paolo Scarpone (Livio)
 
Giovanbattista Stucchi nacque a Monza nel 1899; di professione avvocato, fu Ufficiale degli alpini durante il primo conflitto mondiale. Subito dopo l’armistizio del 1943 rappresentò il Partito Socialista nel Comitato Militare del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia; fu arrestato ma riuscì a fuggire in Brianza, dove organizzò alcune formazioni partigiane, e in seguito in Svizzera in rappresentanza del CLNAI. Nel settembre del 1944, con la liberazione della zona dell’Ossola, fu delegato dal CVL di assumere il Comando Unico delle formazioni partigiane dislocate sul territorio. Il mese seguente, con la fine dell’esperienza della Repubblica Ossolana, il Comandante “Federici” (nome di battaglia assunto da Stucchi) fu costretto a riparare in Svizzera insieme alla maggior parte degli uomini delle Divisioni “Valtoce” e “Valdossola”. Stucchi riuscì in seguito a raggiungere Lugano, dove riassunse l’incarico di rappresentante militare del CLNAI; fece ritorno in Italia nel febbraio del 1945 ed entrò a far parte del Comando Generale del CVL (insieme a Parri, Cadorna, Longo, Solari e Argenton). Nel dopoguerra Giovanbattista Stucchi fu Consigliere Comunale a Monza, vicepresidente della Fondazione di Solidarietà Nazionale in favore dei partigiani e delle vittime di guerra di liberazione, vicepresidente della Fondazione Corpo Volontari della Libertà. Morì nel 1980.
Giuseppe Curreno di Santa Maddalena nacque a Carrù, in provincia di Cuneo, nel 1894. Si laureò in giurisprudenza e partecipò al primo conflitto mondiale come Tenente nel Reggimento Lancieri di Vercelli, guadagnando due medaglie d’argento e una di bronzo al Valor Militare. Al termine della guerra proseguì la carriera militare insegnando presso l’Istituto Superiore di Guerra e Cultura Militare di Torino. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu Colonnello Comandante il Reggimento cavalleggeri di Saluzzo di stanza in Croazia e Dalmazia. Dopo l’armistizio raggiunse Torino, entrò nelle file della Resistenza e si trasferì in Ossola ove fu nominato Capo di Stato Maggiore del Comando unificato delle forze partigiane della Repubblica, elaborò la strategia di difesa del territorio e in seguito diventò Comandante militare dell’intera zona sino alla liberazione. Alla fine della guerra fu promosso Generale di Brigata, ma chiese il collocamento a riposo per dedicarsi ad attività amministrative. Fu inoltre Sindaco di Lequio Tanaro, paese in provincia di Cuneo. Morì a Torino nel 1964.
Paolo Scarpone nacque a Torino nel 1905; operaio, iscritto al partito comunista, fu arrestato nel 1928, poi assolto; quattro anni dopo fu nuovamente arrestato e condannato a scontare un anno in carcere. Dopo l’armistizio fu impegnato fra Torino e Novara nell’organizzazione del partito: fu arrestato nel maggio del 1944 insieme ad altri membri della Segreteria e rilasciato dopo uno scambio con ufficiali tedeschi prigionieri delle Brigate Garibaldi in Valsesia. Seguì quindi Vincenzo “Cino” Moscatelli in Val d’Ossola, dove nel settembre 1944 fu nominato Commissario politico del Comando Unificato, carica che mantenne anche nel Comando Unico Zona Ossola, con il quale partecipò alla Liberazione di Milano. Nel dopoguerra continuò l’attività politica e amministrativa; nel 1950 fu insignito della medaglia d’argento al Valor Militare per meriti partigiani. Morì nel 1985.