SCHEDA 1
Brigata "Giovine Italia"
Brigata "Giovine Italia"

Nacque subito dopo l’armistizio sui monti di Miazzina ad opera di una decina di giovani riuniti intorno ad Enzo Albini, sacerdote di Busto Arsizio. Nel febbraio del 1944 la formazione raggiunse le cinquanta unità e si trasferì al Pian Cavallone, al comando di Alfredo Labadini: operaio comunista, si guadagnò l’appellativo di “Guido il Monco”, poiché privo di una mano in seguito ad un incidente sul lavoro. Alla fine di maggio un attacco dei fascisti della “Tagliamento” costrinse la Giovane Italia alla ritirata: fu bruciato anche il rifugio del Pian Cavallone, sede del comando operativo della formazione. Alla vigilia del rastrellamento la formazione poteva contare più di ottanta uomini, per la maggior parte giovani provenienti dalla zona del verbano e del milanese. Nello stesso periodo giunse sui monti sopra Intra il Tenente degli Alpini Mario Flaim della X Brigata d’assalto Garibaldi, insieme a circa venti uomini e un camion di armi. Lo stesso Flaim aiutò proprio Alfredo Labadini e Gaetano Garzoli – a cui intanto fu affidato il comando - ad organizzare militarmente la formazione. Distaccamenti della "Giovine Italia" vennero così sistemati ad Alpe Cavallotti, Alpe Pala e Caprezzo, ma il rastrellamento del giugno 1944 ne segnò la sorte. Dopo la morte di Mario Flaim, ucciso durante la battaglia del Monte Marona, la "Giovine Italia" insieme ad alcuni elementi della "Cesare Battisti", confluì nella 85a brigata Garibaldi "Valgrande Martire".