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Nelle squadre della “Leibstandarte” responsabili dell’arresto e dell’uccisione degli ebrei, il sentimento antisemita risultò rafforzato dal desiderio di rapina, molto diffuso tra le SS (nei territori occupati dell’Europa dell’Est numerosissimi furono i casi di abuso di potere, furti e requisizioni incontrollate).  
 
Ai rastrellamenti seguì sempre la perquisizione delle abitazioni o delle camere d’albergo in cui erano alloggiati gli ebrei arrestati e l'eventuale requisizione delle loro ville. A Novara, dopo gli arresti, il comandante Rudolf Schlott si era fatto consegnare dalla Banca Popolare di Novara le chiavi delle cassette di sicurezza intestate agli ebrei novaresi, trafugandone il contenuto.
 
Secondo la testimonianza rilasciata durante il processo di Osnabrück da Karl Dannbauer, membro della 3a compagnia di stanza a Stresa, la sede del comando di Krüger era un vero e proprio deposito dei beni rubati agli ebrei residenti sul lago:«Un’intera sala di una casa vicina all’hotel Regina era piena di vestiti, pellicce, mobili, argenteria, dipinti. I soldati semplici non avevano accesso alla stanza, solo i sottufficiali più anziani della compagnia […] avevano permesso, per così dire, di “servirsi” liberamente prima di partire per una licenza». Lo stesso comandante Krüger era partito in licenza per la Germania con una lussuosa macchina italiana carica di oggetti rubati.

Testimoni


Gianni
Visconti

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