Settembre - novembre 1938
Il 15 luglio 1938 uscì in forma anonima nelle colonne de “Il Giornale d'Italia” l’articolo Il Fascismo e i problemi della razza, ripubblicato il 5 agosto 1938 sul primo numero della rivista "La difesa della razza". Lo scritto, noto come Manifesto degli scienziati razzisti o Manifesto della razza, fu redatto da un gruppo di scienziati, intellettuali e professori fascisti, in collaborazione con il Ministero per la Cultura popolare (il “Minculpop”), allo scopo di chiarire la posizione del fascismo nei confronti della questione razziale.
Il "Manifesto” - che sosteneva la concezione biologica del razzismo, l’esistenza di una pura razza italiana e la non assimilabilità degli ebrei, considerati una razza non europea - anticipava e preparava le leggi razziali, configurandosi come base ideologica e pseudo-scientifica della politica razzista del fascismo.
Per la predisposizione e l’attuazione delle misure legislative e amministrative della persecuzione antiebraica fu determinante, nel mese di luglio, la trasformazione dell’Ufficio centrale demografico in Direzione generale per la demografia e la razza ("Demorazza"), alle dipendenze del Ministero dell'interno.
Primo atto della Demorazza fu il censimento, nell’agosto 1938, di tutti gli ebrei italiani e stranieri presenti nella penisola, presupposto indispensabile per isolare il “gruppo ebrei” dal resto della popolazione e individuare così i bersagli dell’imminente legislazione antiebraica.
I primi provvedimenti razziali, promulgati nel settembre del 1938, decretarono l’allontanamento di studenti e insegnanti ebrei dalle scuole e dalle università (R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390, Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista) e l’espulsione entro 6 mesi di tutti gli ebrei stranieri arrivati in Italia dopo il 1918 (R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381, Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri). Il 17 novembre seguì il decreto legge principale, il n. 1728, con i Provvedimenti per la difesa della razza italiana (R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728).
Per tutti gli ebrei fu disposta l'annotazione “di razza ebraica” nei documenti e nei registri dello stato civile.
Il sistema normativo antiebraico venne continuamente “perfezionato” in una serie di decreti successivi con cui gli ebrei furono progressivamente allontanati da tutti gli ambiti pubblici e privati della vita nazionale, attraverso la negazione dei diritti civili.
Il frenetico lavoro di aggiornamento persecutorio e la capillare applicazione delle leggi fu garantita da un’efficiente macchina burocratica al cui funzionamento concorrevano funzionari ministeriali e locali che spesso univano ai doveri professionali personale zelo antisemita.
- Richiesta del Prefetto di Novara per l'ottenimento di informazioni relative agli ebrei residenti nel territorio di competenza. Novara, 12 agosto 1938.
- Comunicazione del Ministro degli Interni Buffarini ai Prefetti relativa all'applicazione delle leggi razziali. 26 giugno 1939
- Comunicazione del Ministro degli Interni Buffarini ai Prefetti circa il divieto di contrarre matrimoni misti. 26 novembre 1938
- Direttiva della Direzione Generale per la Demografia e la Razza ai Prefetti circa l'applicazione dei provvedimenti razziali nel settore dello spettacolo. 18 giugno 1940