Introduzione metodologica
Nel database sono presenti schede biografiche di deportati novaresi nei campi di concentramento tedeschi e italiani durante il periodo della seconda guerra mondiale. Si tratta di un elenco per molti versi necessariamente parziale e lacunoso, che potrebbe e dovrebbe essere continuamente integrato ed arricchito da nuove ricerche o da informazioni e correzioni di quanti vorranno fornirle grazie alla disponibilità sul web di tutto il materiale finora raccolto.
Si parla di deportazione nel Novarese in senso molto lato, infatti sono considerati novaresi tutti i nati e i residenti nella provincia di Novara (che all’epoca comprendeva l’attuale provincia e il VCO) anche se arrestati e deportati in altra provincia, ma anche tutti i non novaresi arrestati e deportati dalla provincia di Novara o nella provincia di Novara (come gli ebrei stranieri internati in alcuni Comuni). Inoltre in un caso sono stati incluse anche persone di altre province la cui persecuzione e deportazione si è intrecciata strettamente con quelle di novaresi.
Le tipologie di deportati considerate sono molteplici e riguardano i politici (partigiani e loro collaboratori), gli ebrei, i lavoratori coatti, i militari finiti in campi per politici, i civili. Inoltre sono stati inclusi tutti gli ebrei scomparsi tra settembre e ottobre 1943 e presenti anche nel database L’eccidio degli ebrei sul Lago Maggiore (cfr. banca dati on line), quasi tutti uccisi sul posto, mentre la normativa tedesca avrebbe invece richiesto la loro deportazione. Naturalmente ogni classificazione sconta il limite della genericità e ovviamente dell’arbitrarietà. Di solito per deportazione si intende quella dei politici che finiscono per lo più nei campi di concentramento nazista (KL/KZ - Konzentrationslager) e quella degli ebrei deportati nei campi di sterminio (VL - Vernichtungslager). Nel nostro archivio abbiamo schedato anche gli IMI che poi sono mandati nei KL, tutte le persone che restano nei campi italiani di transito, gli ebrei stranieri in internamento coatto o “libero” e i lavoratori coatti (in gran parte civili, ma anche partigiani o politici antifascisti).
Va in ogni caso tenuto presente, in particolare per la deportazione italiana avvenuta tra l’autunno del 1943 e l’inizio del 1945, che le distinzioni tra deportati politici nei KL, internati militari, lavoratori coatti e in parte, dall’estate del 1944, anche ebrei, ovviamente quelli “selezionati per il lavoro”, finiscono per sfumare quanto alle loro condizioni e soprattutto al loro utilizzo, in particolare nell’ultimo anno di guerra[1]. Inoltre, per carenza di informazioni, non è per ora possibile inserire in una delle categorie sopra citate una cifra consistente di deportati, il 23%, che risultano comunque nel database.
Le tipologie dei campi includono i KL (campi di concentramento), i VL (campi di sterminio), i campi di transito (in particolare Fossoli, Bolzano e Trieste), i campi per lavoratori coatti (in gran parte sottocampi di KL) e i campi di internamento per ebrei stranieri. Per tutti i deportati politici inclusi nel Libro dei deportati Vol. I, è stata riportata la classificazione lì adottata.
Le fonti utilizzate sono molteplici e di diversa tipologia: testi pubblicati o inediti; articoli su giornali e riviste; documenti e fotografie di archivio; audioregistrazioni; videoregistrazioni; materiale multimediale; siti web. Salvo qualche caso particolarmente dubbio, che non è stato inserito, le schede sono state redatte anche in presenza di una sola fonte e queste costituiscono circa un terzo dell’intero database. Per tutte le altre sono stati inseriti dati e informazioni su cui concordano più fonti o provenienti da quelle storiograficamente più autorevoli, ma le notizie eventualmente discordanti riportate da altre fonti sono evidenziate nella sezione “questioni aperte”, presente all’interno delle schede.
Numeri e statistiche per un lavoro che dichiaratamente sarà in evoluzione debbono essere considerati con cautela: è possibile che altri nomi si aggiungeranno o che alcuni verranno cancellati in seguito a nuove informazioni acquisite. In ogni caso al momento dell’apertura on line del database i deportati novaresi, in base ai criteri seguiti, sono 489 di cui 55 donne, gran parte delle quali di origine ebraica e coinvolte nell’eccidio dell’autunno 1943.
[1] “I campi di concentramento che non avrebbero dovuto accogliere prigionieri di guerra, che avrebbero dovuto essere destinati ai campi di prigionia sotto sorveglianza della Wehrmacht, nel collasso delle strutture accolsero anche prigionieri di guerra; ebrei sopravvissuti ai campi di sterminio, dopo l’ordine impartito da Himmler di cessare la loro uccisione di massa, finirono nei campi di concentramento tradizionali, a Mauthausen piuttosto che a Dachau o altrove; ma già in precedenza le esigenze dello sfruttamento della manodopera catturata aveva fatto saltare ogni barriera formale inviando i prigionieri, al di là di ogni distinzione di categoria, dove fosse necessario il fabbisogno di forza-lavoro.” (Enzo Collotti, Il sistema concentrazionario nella Germania nazista, in I campi di sterminio nazisti, a cura di Giovanna D’Amico e Brunello Mantelli, Franco Angeli, 2003)