Luisa
Adami
Adami
Nome
Luisa
Cognome
Adami
Sesso
F
Padre
Adami Romolo
Attività partigiana
Matricola
Ruolo
Note
Note biografiche
Figlia dell'industriale di Baveno Romolo Adami. Era amica delle sorelle Silvia e Maria Grazia Luzzatto.
Testimonianza
Fu testimone al processo di Osnabrück, udienza del 21 febbraio 1968 tenutasi in rogatoria a Milano.
«Mio padre possedeva un’industria di marmi. Poiché soffriva di cuore, gli era stato concesso un permesso di circolazione in auto. Così poteva spostarsi di frequente nella zona e appena giunsero i tedeschi seppe in giro che le SS avevano intenzione di arrestare tutti gli ebrei. Mio padre avvertì subito il dottor Luzzatto, gli disse che era possibile espatriare in Svizzera attraverso Viggiù con una spesa di 50000 lire, e che lui stesso lo avrebbe aiutato nel viaggio, dato che aveva l’auto. Ma il dottor Luzzatto non volle accettare; rispose che lui e la sua famiglia erano ebrei italiani, che sarebbero stati certamente protetti e che non avevano nulla da temere dai tedeschi».
«Il signor Serman fu preso dalle SS mentre tornava da una partita a tennis che era andato a giocare a Stresa con gli amici. Mia madre lo incontrò per strada e gli corse incontro, lo avvertì che i tedeschi erano alla sua ricerca, e gli suggerì di nascondersi. “È troppo tardi” le rispose».
«Mio padre possedeva un’industria di marmi. Poiché soffriva di cuore, gli era stato concesso un permesso di circolazione in auto. Così poteva spostarsi di frequente nella zona e appena giunsero i tedeschi seppe in giro che le SS avevano intenzione di arrestare tutti gli ebrei. Mio padre avvertì subito il dottor Luzzatto, gli disse che era possibile espatriare in Svizzera attraverso Viggiù con una spesa di 50000 lire, e che lui stesso lo avrebbe aiutato nel viaggio, dato che aveva l’auto. Ma il dottor Luzzatto non volle accettare; rispose che lui e la sua famiglia erano ebrei italiani, che sarebbero stati certamente protetti e che non avevano nulla da temere dai tedeschi».
«Il signor Serman fu preso dalle SS mentre tornava da una partita a tennis che era andato a giocare a Stresa con gli amici. Mia madre lo incontrò per strada e gli corse incontro, lo avvertì che i tedeschi erano alla sua ricerca, e gli suggerì di nascondersi. “È troppo tardi” le rispose».