Il 16 settembre 1943 le SS della 3a Compagnia, al comando di Hans Walter Krüger, procedono con il rastrellamento di ebrei a Stresa, avvalendosi di un "Elenco degli Istraeliti residenti nel Comune di Stresa - Carciano" compilato il giorno stesso presso gli uffici del Comune.
Dei sette ebrei elencati nella lista, due vengono arrestati: l’avvocato veronese Tullo Massarani, prelevato, insieme alla sorella Olga, dalla sua abitazione in via Strada del Sempione 4 a Carciano, e Giuseppe Ottolenghi, arrestato con la figlia Lina, mentre la moglie Enrichetta Repetto e la figlia Ada Montaldo, nata da un precedente matrimonio, non ebree, assistono impotenti all’arresto.
I quattro vengono portati alla locale caserma dei carabinieri, dove rimangono agli arresti per sei giorni. Nel primo pomeriggio del 22 settembre vengono prima trasferiti al locale comando SS, presso Villa Ducale, e da qui, in serata, verso destinazione ignota. Di loro non si saprà più nulla.
Gli altri ebrei presenti in quei giorni a Stresa – il cui numero supera ampiamente quello fornito dalla lista prelevata in Comune – riescono a mettersi in salvo, aiutati da abitanti del luogo. In particolare, gli ebrei ospiti negli alberghi riescono a fuggire grazie alla segnalazione di Franca Negri in Padulazzi, proprietaria dell’Albergo Speranza: il giorno precedente gli arresti, mentre si trovava in municipio, aveva assistito a una telefonata in cui venivano richiesti al funzionario Mario Daveri gli elenchi degli ebrei ospitati negli alberghi di Stresa. Senza esitare aveva avvisato immediatamente gli ebrei suoi ospiti e, tramite questi, quelli presenti negli altri alberghi: tutti riescono a mettersi in salvo.