Battaglia di Megolo
13 febbraio 1944
La formazione “Patrioti Valstrona” di Filippo Maria Beltrami era giunta in Val d’Ossola dalla Valle Strona alla fine del gennaio 1944, dopo che i nazifascisti avevano intensificato le proprie forze in tutta la zona dell’omegnese. Dopo il faticoso e non indolore trasferimento, con sbandamenti e defezioni all’interno dei reparti, Beltrami e i suoi uomini avevano raggiunto Megolo, attestando la sede del comando al Cortavolo: nonostante i dubbi e le perplessità espresse da molti uomini - tra cui Pippo Coppo, Mario Muneghina, Natale Menotti - riguardo alla pericolosità della zona, il “Capitano” aveva stabilito di farne una base per la riorganizzazione della formazione.
La mattina del 13 febbraio, il capitano Ernst Simon, comandante del SS-Polizei/Rgt. 12, affiancato da effettivi del SS-Polizei/Rgt. 15 e da militi della GNR Milizia Confinaria "Monviso" attacca i “ribelli” di Beltrami a Megolo. I partigiani di Beltrami, anziché sottrarsi alle preponderanti forze armate tedesche, decidono di resistere e mantenere le proprie posizioni. Dopo un combattimento di quasi due ore, i partigiani si rendono conto di non avere più possibilità. Beltrami, Gaspare Pajetta e pochi altri, ciascuno al comando di piccole squadre di combattenti, decidono di impegnarsi per coprire la ritirata del grosso della formazione. Dodici partigiani cadono in combattimento: il “Capitano” Filippo Maria Beltrami, Carlo Antibo, Giovanni Bressani Bassano, Aldo Carletti, Gianni Citterio, Angelo Clavena, Bartolomeo Creola, Antonio Di Dio, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta ed Elio Toninelli.
Lo scontro segna la fine della "Brigata Patrioti Valstrona". Tra i partigiani che riescono a salvarsi, alcuni salgono per la montagna, altri scendono verso il Vallone dell’Arsa, altri ancora verso Pieve o Anzola. Il reparto del Tenente Cesare Bettini riesce invece a rientrare in Valle Strona superando la bocchetta di Campello Monti e a congiungersi con gli uomini di Cino Moscatelli a Rimella. Qui verrà costituito poco dopo il distaccamento “Beltrami”, al comando dello stesso Bettini e con Gino Vermicelli come Commissario politico.

La formazione “Patrioti Valstrona” di Filippo Maria Beltrami era giunta in Val d’Ossola dalla Valle Strona alla fine del gennaio 1944, dopo che i nazifascisti avevano intensificato le proprie forze in tutta la zona dell’omegnese. Dopo il faticoso e non indolore trasferimento, con sbandamenti e defezioni all’interno dei reparti, Beltrami e i suoi uomini avevano raggiunto Megolo, attestando la sede del comando al Cortavolo: nonostante i dubbi e le perplessità espresse da molti uomini - tra cui Pippo Coppo, Mario Muneghina, Natale Menotti - riguardo alla pericolosità della zona, il “Capitano” aveva stabilito di farne una base per la riorganizzazione della formazione.
La mattina del 13 febbraio, il capitano Ernst Simon, comandante del SS-Polizei/Rgt. 12, affiancato da effettivi del SS-Polizei/Rgt. 15 e da militi della GNR Milizia Confinaria "Monviso" attacca i “ribelli” di Beltrami a Megolo. I partigiani di Beltrami, anziché sottrarsi alle preponderanti forze armate tedesche, decidono di resistere e mantenere le proprie posizioni. Dopo un combattimento di quasi due ore, i partigiani si rendono conto di non avere più possibilità. Beltrami, Gaspare Pajetta e pochi altri, ciascuno al comando di piccole squadre di combattenti, decidono di impegnarsi per coprire la ritirata del grosso della formazione. Dodici partigiani cadono in combattimento: il “Capitano” Filippo Maria Beltrami, Carlo Antibo, Giovanni Bressani Bassano, Aldo Carletti, Gianni Citterio, Angelo Clavena, Bartolomeo Creola, Antonio Di Dio, Emilio Gorla, Paolo Marino, Gaspare Pajetta ed Elio Toninelli.
Lo scontro segna la fine della "Brigata Patrioti Valstrona". Tra i partigiani che riescono a salvarsi, alcuni salgono per la montagna, altri scendono verso il Vallone dell’Arsa, altri ancora verso Pieve o Anzola. Il reparto del Tenente Cesare Bettini riesce invece a rientrare in Valle Strona superando la bocchetta di Campello Monti e a congiungersi con gli uomini di Cino Moscatelli a Rimella. Qui verrà costituito poco dopo il distaccamento “Beltrami”, al comando dello stesso Bettini e con Gino Vermicelli come Commissario politico.