Kaatz
31 anni
Bertie, con la madre di origine polacca e il padre tedesco, nasce e abita a Breslavia, città tedesca dal Settecento alla fine della seconda guerra mondiale, quando torna nuovamente alla Polonia.
In seguito all'intensificarsi della persecuzione antisemita e la distruzione della sinagoga di Breslavia nel novembre 1938, la famiglia progetta l'espatrio. Ottiene un certificato per l'espatrio il 20 maggio 1939 (il fratello Alexander era già emigrato da un anno negli Usa). Lascia la Germania con il padre Ludvig e la madre Augusta Oppler ed è in Italia sicuramente dall'estate 1939 (abita a Merano e a Riva del Garda). In autunno risiede a Malcesine (VR) e a partire dal dicembre a Milano in via Kramer, 17. Dalla sua corrispondenza emergono tentativi di fuga verso la Palestina, la Svizzera e, grazie ai contatti del fratello, verso gli Usa, ma sono tutti fallimentari. Dalla primavera del 1940 si trova a Novara e in seguito alle disposizioni amministrative del maggio-giugno 1940, la famiglia Kaatz evita l'internamento solo grazie alla precaria salute dei coniugi. A Novara la famiglia risiede regolarmente in viale Roma dal 1941, ma proprio dall'agosto dello stesso anno il consolto tedesco di Torino li priva della cittadinanza tedesca rendendoli apolidi. Vengono sottoposti a sorveglianza e nel settembre 1941 il Ministero degli Interni chiede il loro trasferimento, tuttavia per motivi al momento non noti i Kaatz ottengono formalmente la residenza a Novara il 19 giugno 1942 (come attestato dalla sua scheda anagrafica conservata nell'Archivio storico del Comune di Novara). Risulta iscritta alla Comunità ebraica di Vercelli.
Domenica 19 settembre 1943 viene arrestata a Novara durante il rastrellamento di ebrei e portata alle carceri di Torino. Il padre e la madre sono nascosti dai vicini di casa. [Secondo quanto afferma Giuseppe Tosi in Aiutiamo i nostri fratelli. I Giusti nella Shoah delle Terre Novaresi, svolge un ruolo di primo piano nell'aiutare i coniugi Kaatz e nel procurare loro false identità la signora Rina Musso]. Moriranno successivamente dopo essere stati ricoverati alla Casa di Cura dell'Ospedale di Novara (la madre è gravemente malata): Augusta il 9 dicembre 1943 e Ludvig il 15 ottobre 1944. Entrambi sono seppelliti nel cimitero di Novara. Bertie il primo dicembre del 1943 passa dal carcere di Torino a San Vittore a Milano.
La sua vicenda si inserisce nell'ambito del rastrellamento di ebrei operato dalla prima Divisione meccanizzata Waffen SS "Leibstandarte Adolf Hitler" nella zona del novarese, anche se in città opera un reparto, al comando del tenente Schlott, diverso da quello che compie i massacri sui Laghi.
Molto probabilmente parte per Auschwitz il 6 dicembre 1943, con il convoglio n. 5 che arriva l'11 dicembre, seguendo la stessa sorte di Giacomo Diena, Amadio Jona e Renée Marie Henriette Citroen. Da quel momento si perdono le sue tracce.
Anna Cardano ipotizza la morte in viaggio o appena arrivati, anche se nulla risulta dai registri del campo.
Il 26 gennaio 2024 è stato posto un pannello a Novara in piazza Santa Caterina da Siena a ricordo dell'arresto e della deportazione di Giacomo Diena, Amadio Jona, Bertie Kaatz e Marie Citroen.
Corriere di Novara, 29/01/2001 (articolo di Lalla Negri);La strage dimenticata. Meina, settembre 1943. Il primo eccidio di ebrei in Italia, Interlinea, 2003; R. Bottini Treves, L. Negri, Novara ebraica, Novara, 2005; Antonella Braga, La città e la guerra. Novara 1940-45, Novara, 2006; Lorenzo Camocardi, Gianmaria Ottolini, Even 1943 (DVD), Verbania, 2010; A. Cardano, I sommersi del 19 settembre 1943 a Novara in L’Impegno, XL, n. 2, dicembre 2020; A. Cardano, Alcuni aspetti della Shoah a Novara: fatti e memorie in L’Impegno, XLIII, n. 1, giugno 2023.
Archivio di Stato di Novara, Fondo Comune Novara, parte III, b. 1396, fasc. 6 e b. 1398 fasc. 1, 2,3; Archivio privato della famiglila Munafò, recuperato da Viviana Barucchelli e conservato in copia presso l'ISR di Novara (corrispondenza di Bertie Kaatz).