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Marta
Minerbi



Nome
Marta
Cognome
Minerbi
Sesso
F
Luogo di nascita
Genova
Data nascita
14 dicembre 1895
Madre
Ida Ottolenghi
professione
direttrice didattica, insegnante elementare
Luogo di morte
Torino
Data della morte
12 febbraio 1974
Attività partigiana
Matricola
Ruolo
Note

Ida
Ottolenghi
->madre

Maria Luisa
Minerbi
->sorella

Herta
Minerbi
->sorella

Giulio
Coen Torre
->cognato

Adriana
Coen Torre
->nipote

Renata
Coen Torre
->nipote

Barbara
Lavizzari
->giusta

Anna
Bedone
->giusta

Giovanni
Ferrari
->giusto
Note biografiche
Nacque nel 1895 a Quarto di Genova. Il 30 luglio 1928 sposò, a Voghera, Alessandro Ottolenghi. Trasferitasi con il marito a Treviso, nel 1936 divenne Direttrice didattica nella vicina Mogliano Veneto.
Clandestinità-fuga
Nel 1938, in seguito all’emanazione delle leggi razziali, sia lei che il marito, professore di chimica e matematica presso l’Istituto tecnico “Riccati”, vennero “sospesi dal servizio”.
La situazione, come per tutti gli ebrei in Italia, precipitò dopo l’8 settembre 1943, quando iniziò un periodo di peregrinazioni sotto falso nome.
Il marito Alessandro Ottolenghi si rifugiò a Roncade (TV), nascosto presso una famiglia, dove in seguito a delazione venne arrestato il 27 gennaio 1944; dopo una breve detenzione nel carcere di Treviso, venne trasferito al campo di concentramento di Fossoli e da qui, il 22 febbraio, deportato ad Auschwitz, dove morì il giorno stesso del suo arrivo, il 26 febbraio.
Marta Minerbi trovò invece rifugio a Venezia, ospite prima di alcune famiglie, poi nel convento delle sordomute, sotto il falso nome di suor Andreina De Paoli. Costretta a lasciare Venezia, attraversò tutto il Nord Italia per ricongiungersi alla madre Ida Ottolenghi e alla sorella Maria Luisa, ospitate clandestinamente presso il convento femminile benedettino di Ronco di Ghiffa. Vi giunse il 18 aprile 1944.
Nel mese di giugno una spiata rese insicuro il monastero benedettino. Con la madre e Maria Luisa, Marta raggiunse la sorella Herta e la sua famiglia, nascosta a Trarego sotto la protezione dei coniugi Ferrari, dove rimase fino alla Liberazione.

Dopo la guerra tornò a Treviso dove riprese il lavoro di insegnante. Scrisse numerosi romanzi e racconti, dedicandosi soprattutto alla letteratura per l’infanzia. La sua travagliata storia è raccontata nel romanzo autobiografico “La colpa di essere nati”.