X
Mario
Luzzatto

53 anni

Nome
Mario
Cognome
Luzzatto
Sesso
M
Luogo di nascita
Milano
Data nascita
1 giugno 1890
Padre
Luzzatto Silvio Samuele
Madre
Morpurgo Elisa
professione
dirigente azienda Pirelli
Luogo di morte
Baveno
Data della morte
21 settembre 1943
Attività partigiana
Matricola
Ruolo
Note

Bice
Ginesi
->moglie

Silvia
Luzzatto
->figlia

Maria Grazia
Luzzatto
->figlia

Olga
Ginesi
->cognata

Dino
Ferigato
->testimone

Egidio
Ferigato
->testimone

Irma
Prevedini
->testimone

Luisa
Adami
->testimone
Note biografiche

Nasce a Milano il 1 giugno 1890 da Samuele, responsabile della sezione Sinistri presso la sede milanese della Riunione Adriatica Sicurtà, e da Elisa Morpurgo, insegnante di stenografia. I genitori erano entrambi originari di Trieste, dove vivevano sia i nonni paterni (Aronne Luzzatto, nato a Trieste nel 1814, commerciante, e Fortunata Prister) che quelli materni (Giacomo Morpurgo, nato a Gorizia nel 1816, e Sara Marina, ebrea veneziana).[1]
Dopo il diploma conseguito presso il prestigioso R. Liceo Parini di Milano con una media superiore ai 9/10, frequenta la facoltà di Scienze economiche e commerciali dell’Università Commerciale Bocconi di Milano, laureandosi con pieni voti e lode; segue una borsa di perfezionamento in Francia. Un percorso di studi che - come si legge nella lettera di raccomandazione indirizzata all’azienda Pirelli dall’Ing. Lorella della Riunione Adriatica di Sicurtà di Milano a sostegno della domanda di assunzione di Mario Luzzatto - egli “ha potuto con sacrifici e privazioni, dopo mancatogli il padre, continuare […] con sussidi della Congregazione di carità”. [2]
Il 12 settembre 1912 Mario Luzzatto viene assunto dalla Pirelli & C. come impiegato presso l’ufficio Segreteria Gerenza.
Dopo 9 anni di attività presso la segreteria della Società, dal 1919 [3] al 1935 diventa Procuratore generale e Direttore vendite di pneumatici in Italia e all'estero.
Nel 1935 è nominato vice direttore generale e gli viene affidata l'organizzazione della "Pirelli-Rovere, Società italo-americana Filo Elastico", una nuova azienda specializzata in tessuti elastici fini, di cui è consigliere delegato.
Parallelamente era stato impegnato in ambito sindacale, ricoprendo per più di dieci anni, dal 1918 al 1929, il ruolo di segretario dell'Associazione italiana tra gli industriali della gomma, dei conduttori elettrici ed affini; è stato membro per anni della Giunta esecutiva del Salone dell'Automobile su invito dell'Associazione Nazionale Fascista Industriali dell'Automobile. Iscritto al PNF dal 29 dicembre 1932. [4]

Leggi razziali

Il clima determinato dal censimento nazionale degli ebrei avviato nell’agosto 1938 e dall’emanazione, a partire da settembre, della serie di disposizioni razziali contro gli ebrei, spinge Mario Luzzatto, probabilmente in accordo con i fratelli Pirelli, a rinunciare alla posizione di Vice Direttore Centrale della Direzione Centrale Gomma già qualche giorno prima dell’emanazione dei "Provvedimenti per la difesa della razza italiana” [5] che, entrati in vigore il 4 dicembre, entro 90 giorni avrebbero comunque imposto l’allontanamento degli italiani “di razza ebraica” non discriminati dalle cariche dirigenziali in aziende interessanti la difesa della nazione o con almeno 100 dipendenti (la Pirelli rientrava in entrambe le categorie).
In data 12 novembre 1938, durante la seduta di Consiglio della Società, l’Amministratore delegato Piero Pirelli comunica "di aver attentamente considerata in unione a suo fratello Alberto la situazione dell’Azienda dal punto di vista della sua alta direzione e ciò in rapporto al crescente sviluppo della Società ma anche in relazione alle conseguenze derivanti dall’applicazione delle direttive del Regime in materia razzista". [6]
Vengono quindi notificate le dimissioni di Luzzatto [7], preannunciando tuttavia che l’esperienza da lui maturata in oltre 25 anni di servizio sarebbe stata molto probabilmente utilizzata presso una Consorella estera. Il 21 novembre successivo la Società Italiana Pirelli comunica al Sindacato Provinciale Fascista Dirigenti aziende industriali di Milano le avvenute dimissioni di Mario Luzzatto dal ruolo di dirigente [8]. Egli viene comunque mantenuto alle dipendenze della Società fino al 15 gennaio 1939 ricevendo, il 9 febbraio successivo, una consistente liquidazione [9].

Intanto si era messa in moto la pratica di discriminazione, avviata da Mario Luzzatto il 2 dicembre 1938 con la presentazione dell’istanza al Ministero dell’Interno [10].

Il 4 febbraio 1939 la Prefettura di Milano riceve incarico dalla Demorazza di assumere con tutta urgenza e riservatezza e da fonti sicure opportune informazioni sul richiedente [11], attività investigativa che il Prefetto attiva, come da prassi, mobilitando immediatamente la Questura, la Legione territoriale dei Carabinieri e il segretario federale del P.N.F. di Milano [12]. Intanto, il 24 febbraio, Luzzatto faceva denuncia di appartenenza alla razza ebraica presso il Municipio di Milano [13], adempiendo all’obbligo di autodenuncia dettato dal decreto di novembre. Circa due mesi dopo, il 30 marzo 1939, la Questura esprime dapprima parere contrario all’accettazione della domanda di discriminazione, considerando “non eccezionali i requisiti del richiedente, anche in considerazione della sua tardiva iscrizione al P.N.F. (avvenuta nel 1932). La posizione della Questura viene però rivista appena due giorni dopo, in virtù della dichiarazione [14] ricevuta dallo stesso Luzzatto di aver rassegnato le dimissioni dal posto che occupava presso la Pirelli fin dalla presentazione della istanza di discriminazione [15] e che ciò stante il richiesto beneficio, qualora gli venisse concesso, avrebbe per lui soltanto il valore di una riabilitazione morale. Nonostante tale rassicurazione avesse persuaso il questore a suggerire che l’istanza fosse presa in benevolo esame, il Prefetto, esaminate le notizie fornite da tutti i suoi informatori,  il 9 maggio 1939 comunica alla Demorazza parere contrario.

L’iter per l’ottenimento della discriminazione si interrompe nell'aprile del 1939: Luzzatto si trasferisce infatti con la famiglia a Londra come direttore della locale filiale della Pirelli; ma poco più di un anno dopo, con l'entrata in guerra dell'Italia nel giugno del 1940, Mario Luzzatto si ritrova improvvisamente come rappresentante involontario di un paese nemico; dopo il suo arresto e la confisca dei beni, riusce a rimpatriare con moglie e figlie grazie all'intervento delle autorità italiane.

Dopo il suo rientro in Italia, l'istanza di discriminazione venne riavviata su sollecitazione dello stesso Luzzatto [16]. Non è stata rinvenuta la conferma da parte del Ministero dell’Interno dell’effettivo ottenimento della discriminazione, sappiamo tuttavia che il 21 aprile 1941 il Prefetto esprime finalmente alla Demorazza parere favorevole, reputando di “carattere eccezionale” le benemerenze acquisite in campo industriale [17].  Sul probabile esito positivo, documentato almeno sul fronte della Prefettura di Milano, hanno avuto sicuramente un certo peso l’appoggio di personaggi importanti, attestato da una breve nota manoscritta su carta intestata della Prefettura di Milano con l’indicazione a matita rossa “Molto raccomandato da Pirelli e Bastianini” [18]. 

Nel 1941 Mario Luzzatto contribuisce all'istituzione di un corso superiore di chimica di tipo universitario presso la scuola ebraica di via Eupili a Milano [19], richiamando professori ebrei allontanati dalla scuola pubblica in applicazione delle leggi razziali: il Prof. Ciro Ravenna da Ferrara per la cattedra di chimica, Augusto Levi da Venezia per la fisica, da Torino Guido Ascoli, matematico di fama mondiale.   

Sfollamento

Nel 1942 le sempre più frequenti incursioni aeree su Milano inducono Luzzatto a lasciare Milano per trasferirsi con la famiglia a Baveno, dove dal 1938 era proprietario della villa "Il Castagneto" in cui negli anni precedenti aveva trascorso spesso le proprie vacanze.

La Pirelli, che formalmente aveva dovuto cessare il rapporto di lavoro con Luzzatto, gli commissiona la redazione della Storia delle industrie Pirelli (prima del suo assassinio riuscirà a compilarla solo per il periodo 1872-1920): per poter assolvere questo incarico dalla casa di Baveno, compie un lavoro propedeutico di raccolta di documentazione - in originale, in trascrizioni dattiloscritte e in riproduzioni fotografiche - che si rivelerà particolarmente prezioso in quanto gran parte degli archivi della Pirelli verrà distrutta in seguito ai bombardamenti che nell'agosto del 1943 incendiano lo stabilimento di Milano. [20]

 

Arresto-detenzione

Dopo l'arrivo delle SS a Baveno, alcuni amici di famiglia tentano invano di convincere Mario Luzzatto a fuggire in Svizzera. Lunedì 13 settembre 1943 (secondo quanto riportato dal Toscano, mentre per il CDEC la data sarebbe il 15 e per Nozza, per quanto non risulti chiaramente, l'arresto avverrebbe in una data compresa tra il 13 e il 15 settembre) Mario Luzzatto viene arrestato nella sua villa (nel corso del rastrellamento di ebrei operato dal primo Battaglione, secondo Reggimento, Divisione meccanizzata Waffen SS Leibstandarte Adolf Hitler nella zona del novarese) e trasferito alla sede della 5a compagnia SS presso l’Hotel La Ripa di Baveno.

 

Morte

Viene assassinato, probabilmente il 21 settembre (come risulta dal "Il libro della memoria" e da quello di Toscano), con il resto della famiglia, forse sulla spiaggia presso villa Ruscello, appena fuori l’abitato di Baveno in direzione Stresa.

Memoria materiale

Nel Cimitero di Baveno si trovano una tomba e una lapide con incisi i nomi dei quattordici ebrei uccisi; un monumento è stato inaugurato nel 2013 sul lungolago.

Note

[1] Le informazioni anagrafiche sui nonni di Luzzatto, così come altri elementi della sua biografia, si ricavano dal documento in data 30 marzo 1939 inviato dalla Questura alla Prefettura di Milano in merito alla domanda di discriminazione di Luzzatto (ASMi, Prefettura di Milano, Gabinetto, Documentazione sui cittadini di origine ebraica, Pratiche accertamento razza, n. 28).

[2] Milano, Archivio Storico Pirelli (copia digitale in CdR, ASP-Luzzatto 14).

[3] Risale al 5 agosto 1919 la "Procura dalla Ditta Pirelli e C. ai signori Artoni Ing. Federico, Campiglio Rizzieri, Comelli Rag. Roberto, Crosio Rag. Luigi, Fratino Cav. Carlo, Luzzatto Dr. Mario, Palandri Ing. Fabio, Ramelli Lorenzo, Venosta Ing. Giuseppe, per l'ordinaria gestione dell'azienda", in Archivio storico Fondazione Pirelli, inv. n. 1181.

[4] Il curriculum di Luzzatto è sintetizzato nella sua domanda di discriminazione (Roma, Archivio Centrale dello Stato, Fondo Ministero dell’Interno, Direzione generale della Demografia e della Razza, busta 28).

[5] Regio Decreto legge del 17 novembre 1938 n. 1728, entrato in vigore il 4 dicembre successivo.

[6] Milano, Archivio Storico Pirelli (copia digitale in CdR, ASP-Luzzatto 87-96).

[7] Insieme a Mario Luzzatto, almeno altri sette dipendenti ebrei con cariche dirigenziali in servizio alla Pirelli furono costretti a dimettersi per effetto dei provvedimenti razziali; la Società Pirelli, tuttavia, non solo garantì loro le liquidazioni più favorevoli possibile (con arrotondamenti fino al 30% della somma), ma soprattutto riuscì a ricollocarli presso altre società del Gruppo Pirelli non soggette alla legge italiana: è il caso di Michele Brodsky, capo saldaconti estero, e Maurizio Lustig, procuratore della Direzione Conduttori di Roma, che passarono alla Pirelli Platense di Buenos Aires; Alessandro Diena, dirigente dell’Esportazione Pneumatici, assunto dalla Pirelli Gummiringe di Copenhagen; Ugo Tagliacozzo, Direttore Centrale della Direzione Centrale Amministrativa, che aprì a S. Paulo in Brasile uno studio di consulenza finanziaria che ebbe la Pirelli Brasileira come principale cliente. Cfr. D. BARBONE, L’archivio storico della Pirelli, in «Archivi e imprese», n. 1 (1990), p. 12.

[8] Milano, Archivio Storico Pirelli (copia digitale in CdR, ASP-Luzzatto 59).

[9] Milano, Archivio Storico Pirelli (copia digitale in CdR, ASP-Luzzatto 64).

[10] Roma, Archivio Centrale dello Stato, Fondo Ministero dell’Interno, Direzione generale della Demografia e della Razza, b. 28. Cfr. M. TERZOLI, Una storia dimenticata cit., p. 26.

[11] ASMi, Prefettura di Milano, Gabinetto, Documentazione sui cittadini di origine ebraica, Pratiche accertamento razza, n. 28; si rimanda al fascicolo per tutta la documentazione relativa alla pratica di discriminazione (copia digitale in CdR, ASMi-Luzzatto).

[12] ASMi, Prefettura di Milano, Gabinetto, Documentazione sui cittadini di origine ebraica, Pratiche accertamento razza, n. 28 (copia digitale in CdR, ASMi-Luzzatto 26).

[13] La notizia si ricava da una missiva inviata dalla Questura alla Prefettura di Milano in merito alla “revisione censimento” e dalla bozza manoscritta di una comunicazione tra Prefettura e Ministero dei Lavori Pubblici in data 17 ottobre 1940. ASMi, Prefettura di Milano, Gabinetto, Documentazione sui cittadini di origine ebraica, Pratiche accertamento razza, n. 28 (copia digitale in CdR, ASMi-Luzzatto, 2 e 4).

[14] Presso l’Archivio Storico Pirelli due documenti, rilasciati dalla Pirelli su richiesta di Mario Luzzatto rispettivamente il 22 e 27 febbraio 1939, attestano che Mario Luzzatto ha cessato in data 15 novembre 1938 dalla carica di Vice Direttore centrale, essendo state accettate le dimissioni da lui presentate, e che il 15 gennaio 1939 cessò di far parte del personale della società riscuotendo lo stipendio fino a tale data (Milano, Archivio Storico Pirelli; copia digitale in CdR, ASP-Luzzatto 65-66).

[15] Il documento colloca erroneamente la domanda di discriminazione al 15 febbraio 1938.

[16] A questo scopo in data 30 novembre 1940 Mario Luzzatto invia al Prefetto di Milano un esposto con preghiera di inoltro al Ministero dell’Interno, Demorazza. ASMi, Prefettura di Milano, Gabinetto, Documentazione sui cittadini di origine ebraica, Pratiche accertamento razza, n. 28 (copia digitale CdR, ASMi-Luzzatto 15).

[17] Della comunicazione si conservata la bozza manoscritta in ASMi, Prefettura di Milano, Gabinetto, Documentazione sui cittadini di origine ebraica, Pratiche accertamento razza, n. 28 (copia digitale CdR, ASMi-Luzzatto, 9-10).

[18] I fratelli Pirelli, Alberto in particolare, furono molto influenti negli ambienti politici e finanziari italiani; al loro interessamento o forse a un rapporto di conoscenza diretta con lo stesso Mario Luzzatto si deve anche l’autorevole appoggio di Giuseppe Bastianini, che durante la XXVI Legislatura del Regno d'Italia, I Governo Mussolini, fu Sottosegretario del Ministero dell'Economia Nazionale (06.11.1926-23.06.1927) e Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri (11.06.1936-14.10.1939 e 06.02.1943-25.07.1943). La nota si trova in ASMi, Prefettura di Milano, Gabinetto, Documentazione sui cittadini di origine ebraica, Pratiche accertamento razza, n. 28 (copia digitale CdR, ASMi-Luzzatto 12).

[19] Dopo l'emanazione delle leggi antiebraiche, la Comunità Israelitica di Milano, presieduta dal Comandante Federico Jarach, si organizzò affinchè la scuola ebraica di via Eupili, in attività dal 1929, potesse accogliere gli oltre 400 studenti di Milano espulsi dalle scuole del Regno. Partendo dal preesistente liceo-ginnasio, vennero istituiti un liceo scientifico, un istituto magistrale e un istituto tecnico, oltre ad una scuola di avviamento professionale. I corsi erano legalmente riconosciuti dallo Stato: nonostante la legislazione antiebraica, il regime consentiva l’esistenza di scuole ebraiche e ne riconosceva i titoli rilasciati. La scuola iniziò le lezioni il 7 novembre 1938 e operò fino all'autunno del 1943.

[20] C. GUIZZI, Nasce la Fondazione Pirelli per la valorizzazione del patrimonio storico documentario del gruppo, pp. 1-2 (cfr. allegato, sezione documenti)

Questioni aperte

Secondo i dati di Toscano risulterebbe arrestato il 13 settembre, mentre per Nozza la data sarebbe il 14 settembre. Dal "Il libro della memoria"  e da quello di Toscano risulta ucciso il 21/9/1943.

Riferimenti bibliografici

Aldo Toscano, L'olocausto del Lago Maggiore (settembre-ottobre 1943), Alberti, Verbania, 1993; Marco Nozza, Hotel Meina, Mondadori, 1995; Liliana Picciotto, Il libro della memoria, pg. 839, Mursia, 2002; La strage dimenticata. Meina, settembre 1943. Il primo eccidio di ebrei in Italia, Interlinea, 2003; (a cura di B. Mantelli e N. Tranfaglia), Il libro dei deportati, vol. II, Mursia, 2010; Lorenzo Camocardi, Gianmaria Ottolini, Even 1943 (DVD), Verbania, 2010; Lutz Klinkammer, Stragi naziste in Italia. La guerra contro i civili (1943-1944), Donzelli, Roma 1997; Centro di documentazione ebraica contemporanea, www.nomidellashoah.it; Maria Francesca Renaudo, Il turismo a Baveno, ed. Tararà, 1999; Giovanni Galli, Memorie ritrovate, Borgomanero, 2004; (a cura di Leonardo Parachini), Baveno settembre 1943, Verbania, 2013; Storia e memoria della bassa Romagna: https://www.smbr.it/; Fondazione Franco Fossati: https://www.lfb.it/fff/giorn/aut/g/ginesi.htm; Liceo Parini Milano: https://liceoparini.edu.it/wp-content/uploads/sites/82/2017/01/Il-dolore-di-avervi-dovuto-lasciare-ebook.pdf; Mauro Begozzi, Scomparsi nel nulla! La prima strage di ebrei in Italia sulle sponde del lago Maggiore, https://storiaeregione.eu/attachment/get/up_84_16520956762107.pdf, 2009; Renata Broggini, La frontiera della speranza. Gli ebrei dall’Italia verso la Svizzera 1943-1945, Mondadori, 1998.