Mondolfo
Nato a Omegna (NO) e residente a Verbania Intra (NO) dove studia all'Istituto Cobianchi.
Il 15 giugno 1944, in seguito al bando che a Verbania ordinava a tutti quelli nati tra il '14 e il '27 di presentarsi al comando tedesco per un controllo dei documenti, si presenta con l'amico Antonio Perovanni e altri alle scuole femminili di via Franzosini a Intra. Lì resta prigioniero dei tedeschi, assieme agli altri ragazzi, per un paio di giorni. Vengono poi caricati su camion e portati a Torino, alle casermette di Borgo San Paolo, dove sono raggiunti da altre persone, comprese quelle rastrellate dai tedeschi a Baveno negli stessi giorni.
Dopo una settimana circa, viene deportato, via Brennero, in Germania. A fine giugno arriva al campo di Chemnitz (nei pressi di Dresda) come lavoratore coatto e dopo pochi giorni viene trasferito a Zwickau (Flossenbürg), dove lavora nella fabbrica della Werk Audi del gruppo Auto Union che produce camion militari. E' in camerata con Alberto Ziviani, Stefano Raffaelli, Antonio Buccella, Gianluigi Molinari e altri verbanesi.
Riesce a fuggire dal campo di Zwickau con Alberto Ziviani e Gianluigi Molinari alla fine di febbraio 1945. Ai primi di marzo sono a Innsbruck e poi a Zemm am Ziller, sempre in Tirolo, dove lavorano un paio di mesi in attesa della fine della guerra. Ritorna in Italia il 6 maggio del 1945.
Mondolfo fa parte del gruppo di 86 persone deportate in Germania dal Verbano nel giugno 1944 come lavoratori coatti.
Monte Marona, 15 dicembre 1942 (articolo di "bieffe"); Resistenza Unita maggio 1979 (articolo di Leonardo Zamana); Alberto Ziviani, 1944: Preludio di un dramma - 1945: Primavera di libertà, 1997/2001; Gianluigi Molinari, Da Intra a Zwickau, ed. Guardamagna, 2001; Nuova Resistenza unita, sett./ott. 2010 e nov./dic. 2010 (testimonianza di Perovanni); 1944. Gli 86 verbanesi deportati in Germania (a cura di Alberto Corsi), Verbania; https://www.lavorareperilreich.it/index.php/civili/show/30167.