Domenica 19 settembre 1943 dalla questura filtra la notizia che sta per iniziare un rastrellamento di ebrei. In questo caso sappiamo che gli arrestati non saranno uccisi sul posto, ma avviati alla deportazione. La catena di comando a Novara è diversa da quella che agisce nelle località del Lago Maggiore: in città è arrivata la 19a Pionierkompanie (sempre appartenente al secondo Reggimento della Divisione corazzata Leibstandarte Adolf Hitler) comandata dal SS-Obersturmführer Rudolf Schlott. Naturalmente se può sembrare improprio parlare di eccidio a Novara, è pur vero che i quattro novaresi catturati dai tedeschi moriranno durante il viaggio o immediatamente all'arrivo ad Auschwitz.
Benvenuta Treves testimonia: "Domenica 19 settembre 1943 […] alle 9,30, sono in casa mia e sto dando lezioni poiché, come ebrea, sono stata allontanata dalla scuola e insegno ai privati. Un messaggero bussa alla porta recando un biglietto. È del ragionier Muggia, mio buon conoscente e ufficiale della prima guerra mondiale. Ha saputo da un suo amico, funzionario della Questura di Novara, che oggi vi sarà un rastrellamento di ebrei e m’invita ad allontanarmi. Non perdo tempo. Infatti, a mezzogiorno preciso, fascisti e tedeschi bussano alla mia porta".
La Treves corre ad avvertire altri ebrei conoscenti che con un veloce e drammatico passaparola scappano.
Giacomo Diena - ebreo, funzionario di banca, ex ufficiale, invalido di guerra e iscritto al PNF - pur preavvisato del pericolo, si sente al sicuro per i suoi meriti militari e rinuncia alla fuga. Viene arrestato dal comandante SS Rudolf Schlott insieme all’anziano zio Amadio Jona. Trasferiti al carcere di Torino, ci restano fino al 1° dicembre per essere poi mandati a Milano dove probabilmente restano fino al 6 dicembre quando, con il convoglio n. 5 partono dal binario 21 verso Auschwitz. Da quel momento si perdono le loro tracce.
Il 19 settembre viene arrestata anche Sara Bertie Kaatz, ebrea polacca iscritta alla Comunità ebraica di Vercelli e residente a Novara. Segue la stessa sorte di Diena e Jona, incarcerata prima a Torino e poi a Milano, viene deportata anche lei molto probabilmente il 6 dicembre ad Auschwitz.
Lo stesso destino toccherà anche a Renée Marie Henriette Citroen, ebrea di origini ungheresi, residente a Novara dal maggio 1943. Arrestata il 19 settembre verrà mandata nelle carceri torinesi per essere pure lei deportata ad Auschwitz.
Pochi giorni dopo gli arresti, ufficiali SS si presentano alla Banca Popolare di Novara, si fanno aprire tutte le cassette di sicurezza intestate a ebrei e le saccheggiano di ogni bene contenuto.