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Dino
Fernandez Diaz

76 anni

Nome
Dino
Cognome
Fernandez Diaz
Sesso
M
Luogo di nascita
Salonicco (Grecia)
Data nascita
9 agosto 1867
Padre
Fernandez Diaz Joseph
Madre
Misrachi Esther
professione
Imprenditore
Luogo di morte
Meina (VB)
Data della morte
23 settembre 1943
Attività partigiana
Matricola
Ruolo
Note

Pierre
Fernandez Diaz
->figlio

Liliana
Scialom
->nuora

Jean
Fernandez Diaz
->nipote

Robert
Fernandez Diaz
->nipote

Blanchette
Fernandez Diaz
->nipote

Raoul
Torres
->nipote

Lucillo
Merci
->giusto

Adriana
Galliani
->testimone
Note biografiche

Membro di una delle più influenti famiglie ebraiche di Salonicco, Dino Fernandez Diaz era proprietario di una fabbrica di juta per l’imballaggio dei tabacchi. Con la moglie Blanche De Meyer (morta a Parigi nel 1931) aveva avuto tre figli: Pierre (che seguì le sorti del padre a Meina), Aline (che nel 1914 aveva sposato ad Atene Spyros Alibertis, un ufficiale dell'esercito greco, convertendosi al cristianesimo; morì a Salonicco nel 1965) e Nina (morta a Parigi nel 1965).

Espatrio

Dopo l'occupazione tedesca di Salonicco (9 aprile 1941), le misure antisemite vennero messe in atto in modo progressivo, dando inizialmente agli ebrei un illusorio senso di sicurezza. Tra marzo e maggio 1943 iniziarono, però, le deportazioni in massa degli ebrei verso i lager polacchi. Grazie alla cittadinanza italiana di cui godeva, Dino Fernandez Diaz riuscì, con i propri famigliari, ad espatriare in Italia, insieme al nipote Raoul Torres e consorte e alla famiglia Mosseri. Con l’aiuto del Consolato italiano a Salonicco, partirono il 1 agosto 1943, accompagnati in treno fino a Venezia da Lucillo Merci, braccio destro del console, in un travagliato viaggio di 4 giorni attraverso Grecia, Bulgaria, Serbia, Ungheria, Croazia e Slovenia. Da Venezia raggiunsero il Lago Maggiore, con l’obiettivo di avvicinarsi alla famiglia Jarach (a cui erano legati da rapporto di parentela), sfollati da Milano in una villa di loro proprietà tra Meina e Arona. I Fernandez Diaz, come gli altri ebrei compagni di viaggio, presero alloggio all’hotel Meina.

Arresto-detenzione

Venne sequestrato, insieme agli altri ospiti ebrei dell'hotel Meina, il 15 settembre 1943 dai militari del primo Battaglione, secondo Reggimento della Divisione meccanizzata Waffen SS Leibstandarte Adolf Hitler .

Morte

Trascorsa una settimana dall'inizio del sequestro, venne assassinato con i tre nipoti nella notte del 23 settembre 1943.

Riferimenti bibliografici

Aldo Toscano, L'olocausto del Lago Maggiore (settembre-ottobre 1943), Alberti, Verbania, 1993; Marco Nozza, Hotel Meina, Mondadori, 1995; Liliana Picciotto, Il libro della memoria, pg. 833, Mursia, 2002; La strage dimenticata. Meina, settembre 1943. Il primo eccidio di ebrei in Italia, Interlinea, 2003; (a cura di B. Mantelli e N. Tranfaglia), Il libro dei deportati, vol. II, Mursia, 2010; Lorenzo Camocardi, Gianmaria Ottolini, Even 1943 (DVD), Verbania, 2010; Centro di documentazione ebraica contemporanea, www.nomidellashoah.it.