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Eccidio di Meina

22-23 settembre 1943

L’Hotel Meina viene occupato dalle SS mercoledì 15 settembre 1943, tra le 9 e le 9,30 della mattina: le uscite vengono sbarrate e i sedici ebrei ospiti dell’hotel vengono identificati e rinchiusi, ammassati in un'unica stanza all’ultimo piano.

Alberto Behar, titolare dell’albergo, e la sua famiglia (la moglie Eugenia e quattro figli), ebrei con cittadinanza turca, vengono sequestrati insieme agli altri prigionieri.

Nelle prime ore del mattino Alberto Behar viene prelevato da due soldati tedeschi e condotto al comando di Baveno. L’intervento diretto del console turco - amico di famiglia e ospite presso la villa dei Behar a Meina in seguito al bombardamento della sede del consolato turco a Milano – impone ai tedeschi la liberazione del Signor Behar, minacciando di scatenare un incidente diplomatico (la Turchia era ancora un paese neutrale). Da quel momento i Behar, pur sotto sequestro, possono girare per l’albergo con l’assoluto divieto di uscire.

Dopo una settimana gli ebrei tenuti sotto sequestro vengono uccisi: 12, a gruppi di quattro, durante la notte del 22 settembre, 4 (Dino Fernanedez Diaz e i tre nipoti) la notte del 23. I loro corpi vengono gettati con zavorre nelle acque del lago, a qualche centinaio di metri di distanza del paese.

Alcuni corpi affiorano dopo il primo giorno e vengono riconosciuti da alcuni abitanti del luogo.

La famiglia Behar riuscirà a salvarsi trovando rifugio in Svizzera.

 


Dino
Fernandez Diaz

Pierre
Fernandez Diaz

Liliana
Scialom

Jean
Fernandez Diaz

Robert
Fernandez Diaz

Blanchette
Fernandez Diaz

Raoul
Torres

Valerie
Nahoum

Marco
Mosseri

Ester
Botton

Giacomo R.
Mosseri

Odette
Uziel

Daniele
Modiano

Lotte
Froehlich

Vitale
Cori

Vittorio Haim
Pompas

Rachel (Becky)
Behar

Adriana
Galliani

Herbert
Gerretz

Luciano
Silvestri